UdR prova

Acronimo Descrizione
2DSNAP

<p>I fenomeni di superficie, e pertanto la caratterizzazione di materiali a bassa dimensionalità, diventano tanto più importanti quanto più si procede alla miniaturizzazione di dispositivi per nanoelettronica, sensoristica (di tipo chimico e biologico) etc…</p>

<p>L’attività di ricerca sviluppata nell’UdR 2D-SNAP mira alla comprensione a livello fondamentale della struttura e delle proprietà elettroniche di materiali a dimensionalità ridotta (film di ossido, grafene, nanoclusters) supportati e dei processi di interazione fra tali materiali e molecole inorganiche e/o organiche.</p>

<p>Tale finalità viene raggiunta mediante un approccio combinato di tecniche sperimentali ( tra cui microscopia a scansione a effetto tunnel, spettroscopie elettroniche e fasci molecolari ipertermici….) e teoriche (simulazioni DFT e calcoli con metodo Montecarlo) disponibili presso l’Istituto o tramite le numerose collaborazioni.</p>

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B3MOSY

L'attività della UdR B3MOSY è volta alla realizzazione di dispositivi elettronici a base polimerica con diverse proprietà e per diverse applicazioni. Uno dei nostri obiettivi è la realizzazione di sistemi molecolari e ibridi bioispirati, dispositivi cioè che siano in grado emulare alcuni comportamenti naturali come l'apprendimento, la memorizzazione e la risoluzione in modo non convenzionale di problemi di ottimizzazione.
Altro importante target della nostra ricerca è il bio-interfacciamento dei dispositivi bioelettronici (Memristor e Organic Electrochemical Transistor) in modo da sviluppare sistemi per il sensing di molecole, ioni e biosegnali ma anche per la realizzazione di reti neuromorfiche ibride in grado di consentire la comunicazione tra cellule nervose.

Altra attività della UdR è la realizzazione di contenitori in grado di garantire il target delivery e il rilascio indotto di farmaci e molecole attive (vitamine, antibiotici...).

BEGENP

BIOGENA-P è un centro di attività di ricerche congiunto con l'Università di Parma nell'ambito di uno specifico protocollo di intesa. L'obiettivo principale del progetto consiste nello sviluppo di sistemi nanotecnologici in grado di rilasciare anestetico locale (ropivacaina), associato eventualmente ad adiuvanti, in modo controllato nel tempo, all'interno della ferita chirurgica ove venga applicato. Dal punto di vista clinico potrebbe rivelarsi ancora più utile lo sviluppo di nanodispositivi e nanosistemi in grado di eseguire un rilascio al bisogno (nano-PCA), in modo da combinare la precisione di delivery con l'adattabilità ai bisogni di ogni singolo paziente.
Verranno esplorate le potenzialità di approcci basati sulla bioelettronica con sistemi e dispositivi che guidino i sistemi esistenti ottimizzando il contatto con il nervo oppure che interagiscano direttamente sulla formazione dello stimolo e trasporto dello stimolo e segnale doloroso L'obiettivo generale del Progetto BIOGENA-P è sviluppare progetti traslazionali per l'identificazione di biomarkers genetici-omici-neurochimici per la predizione della malattia dolore e della risposta ai trattamenti effettuati.

COSMA

CoSMa opera nella sede IMEM di Trento, anche se vi sono diversi interessi ed obiettivi condivisi con altre UdR in Istituto. Questo gruppo sviluppa da tempo ricerche focalizzate sulla crescita, sintesi e studio di materiali con proprietà multifunzionali per applicazioni in elettronica, optoelettronica, sensoristica, biomedicale. Le attività sono contraddistinte da:
- approcci originali per la sintesi in vuoto, come la Supersonic Molecular Beam Deposition (SuMBD)e la Ion Jet Deposition (IJD), che permettono di controllare l’evoluzione di processi chimico/fisici alle interfacce durante la crescita del film </li>
- tecniche (elettroniche, ottiche) per lo studio delle proprietà chimico/fisiche di superfici ed interfacce</li>
- sviluppo di strumentazione scientifica</li>
- realizzazione di dispositivi prototipali dimostratori.
Il gruppo è coinvolto in diversi progetti e ricerche dove sia preponderante il controllo dei processi di crescita e il ruolo delle superfici ed interfacce, tra cui:
- Studio delle proprietà elettroniche, funzionalizzazione e sintesi di dicalcogenuri di metalli di transizione, per applicazioni di materiali 2D in diversi settori (MILA, CARITRO).
- Fotosensitizzatori per Photo Dynamic Therapy: funzionalizzazione di nanostrutture da SuMBD e wet chemistry, nanoibridi per PDT indotta da raggi X e IR, studio dei processi chimico/fisici in gioco (NIH, USA).
- Rilevazione di VOCs per applicazioni in diversi settori, dall’agroalimentare alla medicina, allo studio di processi industriali (3Slab srl).
- Materiali inorganici memresistivi: sintesi di ossidi metallici nanostrutturati, dispositivi memristor, interfacciamento con tessuti organici.
- Materiali organici: crescita di film molecolari da SuMBD controllandone l’ordine strutturale per applicazioni in elettronica organica avanzata.
- Sensori per il biomedicale: funzionalizzazione di ossidi metallici nanostrutturati da SuMBD e wet chemistry per sensori biomedicali.
- Realizzazione di sensori elettrochimici per applicazioni nel biomedicale.

GROWIN

L’attività di ricerca di GrowIn è rivolta alla preparazione e allo studio di materiali e nanostrutture di semiconduttori di interesse per la realizzazione di dispositivi fotonici, per lo sviluppo di sensori chimici innovativi e per applicazioni in elettronica di potenza. La ricerca è inoltre dedicata allo sviluppo di nuove metodologie per la caratterizzazione strutturale ed elettrica e all’utilizzo di strumenti per il modeling delle proprietà elettroniche dei sistemi a confinamento quantistico.

IMEM-udr
MAGFUN
MIMI

La ricerca ha l'obiettivo di presidiare settori della scienza dei materiali che oggi hanno una maturità tecnologica insufficiente per la progettualità che caratterizza il nostro paese, ma in prospettiva possono offrire un'elevata capacità di innovazione. L'attività è volta a sviluppare competenze nel settore dei materiali innovativi attraverso l'uso di metodologie esistenti e lo sviluppo di nuove metodologie per la sintesi e la caratterizzazione dei materiali, fino alla realizzazione di dispositivi di test utili alla "proof of concept".
Partendo dalle attività svolte in anni recenti, la ricerca sarà inizialmente dedicata alla preparazione, qualificazione e funzionalizzazione di:
- materiali nanostrutturati ibridi organico-inorganici (in particolare perovskiti ibride) e nanostrutture ibride di calcogenuri usate per ottenere materiali nanostrutturati porosi (ZnS, ZnO)
- nuovi materiali e sistemi a forte correlazione elettronica quali i materiali multiferroici e metastabili (es. perovskiti doppie e/o quadruple, PV-ferroelettrici), con l'obiettivo, tra l'altro, di passare dalla sintesi bulk (HP/HT) a quella a film sottile (PED) per semplificare la realizzazione di dispositivi.

NEWPV

L’Unità di Ricerca NewPV si occupa di innovazione di processo e di prodotto nell’ambito del settore fotovoltaico a film sottile. Entrambe queste attività sono alimentate da una consolidata esperienza nel campo della scienza e dell’ingegneria dei materiali.

L’attività di innovazione di processo è basata sulla tecnologia chiamata “Low Temperature Pulsed Electron Deposition” o LTPED che è stata sviluppata dal CNR-IMEM per depositare film sottili di materiali per l’energia con proprietà termodinamiche complesse, come l’YBCO superconduttore o il CuInGaSe2 (CIGS).

Le caratteristiche uniche della LTPED sono il risultato dell’ottimizzazione dell’interazione fra fascio elettronico e materiale da depositare, che oggi consente di ottenere film sottili di materiali come il CIGS in un unico step di processo e a temperature molto inferiori (250°C) rispetto agli attuali processi industriali (500-600°C).

La semplificazione del processo di produzione delle celle solari a base di CIGS e il risparmio energetico dovuto alla bassa temperatura, rendono la LTPED interessante in chiave della riduzione sia dei costi operativi che di capitale per la produzione industriale dei moduli fotovoltaici.

Anche l’attività di innovazione di prodotto, condotta da NewPV, origina dalle caratteristiche della LTPED. Grazie alla bassa temperatura si possono ottenere celle solari su substrati ultraleggeri, flessibili o termolabili come polimeri o vetri ultrasottili. Celle bifacciali o ultraleggere sono state realizzate depositando il CIGS su contatti elettrici convenzionali o trasparenti.

OPMEQ

<p>L’opto-meccanica in micro- e nanosistemi è un campo di ricerca in forte sviluppo, anche grazie al legame con altri campi della fisica (studio della transizione da quantistico a classico, test di gravità quantistica, rivelatori di onde gravitazionali).<br />
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PROVA
S2N
SIGNAL

Le nuove sfide quali “Internet of Things” o “Fabbrica 4.0” si basano sul concetto di far diventare gli oggetti di uso comune e gli strumenti di azione industriale sensibili e in grado di connettersi reciprocamente. L’idea di una sensoristica diffusa è anche uno delle caratteristiche delle future “smart cities”. Il nostro approccio è quello di rendere “sensibili” oggetti di uso comune o strumenti di produzione tramite l’uso diretto di materiali multifunzionali in grado di generare opportuni segnali. L’oggetto diventa in questo modo capace di assolvere alla propria funzione tradizionale e nello stesso tempo di monitorare il mondo circostante, creando inoltre un ciclo di vita dell’oggetto maggiormente “biologico”, che ne prevede lo smaltimento ecologico. L’attività di ricerca prevede quindi tre fasi che devono essere necessariamente interne all’UdR: i)  sintesi di nuovi materiali o comunque realizzazione di materiali con caratteristiche specifiche e strettamente mirate all’applicazione; ii) realizzazione del dispositivo prototipo e iii) la caratterizzazione funzionale. La terza fase fornisce feedback immediato alla prima fase creando un circolo virtuoso. Le attività descritte si caratterizzano per un uso diffuso di micro- e nano- tecnologie e competenze multidisciplinari.

Stato dell'arte, contesto internazionale anche con l'esemplificazione di altri gruppi simili (europeo e italiano in particolare

L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete, un'estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. La premessa è che gli oggetti siano capaci di raccogliere informazioni sul mondo circostante. Questi concetti, trasferiti al contesto produttivo, costuiscono la base della cosiddetta “Fabbrica 4.0”. Le reti di sensori wireless sono una tecnologia specifica legata alle Smart cities. Si tratta di creare una rete di nodi sensori intelligenti in grado di misurare molti parametri per una gestione più efficiente della città. I dati sono resi accessibili, in modalità wireless e in tempo reale, ai cittadini o alle autorità competenti. Inoltre realizzando dispositivi funzionali su materiali di uso comune si possono rendere gli oggetti attivi e “viventi”, fornendo loro nuove capacità e ruoli e dando agli oggetti la capacità di auto analizzarsi. In questo modo il ciclo di vita dei prodotti acquisisce un aspetto che mima la vita biologica e ne aumenta gli aspetti ecologici, di compatibilità e riciclo (eco cities).

In particolare, mediante la realizzazione di ossidi nano strutturati opportunamente funzionalizzati con nano particelle metalliche, semiconduttrici, o con molecole organiche, è possibile progettare materiali alla nanoscala con proprietà nuove e ottimizzate, per applicazioni in numerosi campi tra cui la sensoristica diffusa di specie volatili. Inoltre, nanostrutture di ossidi metallici possono essere usate per funzionalizzare materiali tradizionali conferendo ad essi nuove funzionalità, rendendoli sensibili a svariate proprietà fisiche , quali la pressione, lo sforzo, il circondario chimico, ecc. . Tra i materiali di uso comune a cui si applicano funzionalizzazioni innovative con maggiore interesse e richiesta da parte del mercato, vi sono le fibre tessili. Il tessile rappresenta storicamente uno dei settori portanti del manifatturiero italiano. Tuttavia, negli ultimi anni il settore ha conosciuto una crisi legata alla concorrenza di prodotti a basso costo provenienti dal Far Est. Il rilancio del settore passa necessariamento attraverso un rinnovamento dei prodotti tessili che devono possedere un più alto valore aggiunto legato, per es., all’espletamento  di nuove funzionalità (smart textile). La realizzazione di sensori sul tessile rappresenta quindi un campo di grande interesse, oltre a sposarsi completamento con la logica sottostante all’idea di “Internet of Things”. Altri materiali commerciali come i polimeri elastici possono essere resi funzionali, grazie a nano tecnologie ibride ed organiche che li rendono sensibile come sensori fisici e chimici., integrando il sensore nel prodotto. Un discorso analogo può essere fatto per la realizzazione di sensori su fibre di carbonio, che rappresentano al momento la tecnologia più interessante per la realizzazione di elementi strutturali. La distribuzione di sensori negli elementi strutturali è uno degli elementi caldi delle smart cities.

Un altro campo di applicazione è quello dell’inserimento di sensori nelle piante, utilizzando materiali commerciali e a basso costo, biocompatibili e funzionali, ingegnerizzati per studiarne lo stato di salute nella prospettiva di una agricoltura che si indirizza alla singola pianta.

I sistemi di controllo per la sicurezza, la diagnostica medicale, il controllo ambientale richiedono rivelatori di raggi X operanti a temperatura ambiente, ad alta efficienza, con caratteristiche spettroscopiche e capacità di imaging. Il CdZnTe è il materiale di riferimento per queste applicazioni. Tuttavia la tecnologia di crescita dei cristalli e di realizzazione dei dispositivi deve essere ottimizzata per ottenere detectors ad elevate prestazioni, a basso costo e quindi veramente implementabili sia in contesto urbano per il controllo dell’ambiente che in contesto di produzione, per il controllo non distruttivo in linea e per una corretta identificazione dei materiale di scarto al fine di un loro corretto utilizzo.

Competenze, strumentazioni e loro sviluppo rispetto all'Istituto

Il gruppo di lavoro della UdR ha una documentata esperienza pluriennale sulle seguenti tematiche: 1) deposizione di semiconduttori e ossidi mediante tecniche da fase vapore 2) crescita di cristalli semiconduttori dal fuso mediante tecnica Czochralski e Bridgman 3) procedure di sintesi di composti inorganici ultrapuri, per esempio semiconduttori 4) sintesi di nanoparticelle e nano strutture da soluzione 5) funzionalizzazione superficiale di nanostrutture mediante nanoparticelle metalliche, semiconduttrici e molecole organiche 6) realizzazione anche mediante tecniche fotolitografiche di dispositivi a semiconduttore 8) caratterizzazione elettrica di materiali e dispositivi 9) caratterizzazione ottica 10) sviluppo di elettronica di read out 11) caratterizzazione conduttometrica dei sensori di gas 12) caratterizzazione dei detectors di raggi X con sorgenti nucleari 13) realizzazione di sistemi dimostratori. 

Il gruppo si avvale delle seguenti apparecchiature: a) forni per la crescita dei cristalli (forni Bridgman, Czochralski, forni per Physical Vapour Transport) b) forni per i trattamenti post-crescita) c) laboratorio chimico d) apparecchiature per il taglio dei cristalli (a lama diamantata fino a 6 pollici, a filo fino a due pollici, goniometro a raggi x per l'orientazione dei wafers) e la lappatura delle fette e) apparati per la deposizione dei contatti f) fotolitografia ottica in camera bianca g) strumentazione per il bonding dei dispositivi h) strumentazione per caratterizzazione elettrica i) strumentazione per caratterizzazione ottica l) strumentazione per caratterizzazione funzionale dei sensori di gas e dei sensori di raggi x. 

Il gruppo di ricerca ha maturato una comprovata esperienza nelle tecnologie di preparazione dei materiali per impiego elettronico-sensoristico. L'approccio scientifico nella preparazione dei sensori riguarda quindi in prima istanza l'aspetto dello studio delle tecnologie di crescita dei materiali che costituiscono il sensore. Il materiale viene quindi ottimizzato in base alla risposta funzionale (di detezione di gas, ovvero della rivelazione di raggi x). In ogni caso, l'approccio alla preparazione del materiale è di tipo strettamente tecnologico: risultato della ricerca è quindi sempre non solo un dispositivo funzionante, ma la definizione di un processo tecnologico riproducibile per la preparazione del materiale direttamente trasferibile ad entità produttive. Per favorire lo scambio con realtà produttive medio-piccole il gruppo si è orientato alla preparazione di dispositivi prototipali la cui funzionalità sia immediatamente verificabile dalle aziende del settore. Infine, il gruppo si avvale dell'attiva collaborazione del Dip. di Ingegneria dell' Università di Parma al fine di sviluppare l'aspetto della processatura elettronica del segnale generato dal sensore.